La navigazione

La navigazione di allora sarebbe oggi considerata abbastanza primitiva – attrezzature di Low/ Medium Frequency “Radio Range”, più le solite mappe, strumenti dell’abitacolo e cronometri. 

È ragionevole credere che avessero già stabilito quanto era la loro deriva laterale e stessero facendo le dovute correzioni. Usando la navigazione stimata (calcolo della posizione usando velocità, tempo, direzione, angolo di deriva e traccia) é più che probabile che sapessero della loro posizione entro limiti accettabili. 

Col senno di poi potremmo dire che il loro errore fatale stava nel non essere in grado di confermare esattamente dove erano! Abbiamo il sospetto che avrebbero iniziato la salita attraverso le nubi, verso l’altitudine necessaria per attraversare le Alpi, e si sarebbero ritrovati rapidamente in una nuova serie di condizioni. 

Avvicinandosi alle Alpi in condizioni di visibilità nulla, il vento da Ovest ha aumentato la deriva verso est, verso condizioni di ghiaccio peggiori. La temperatura diminuisce di circa 2 °C ogni 1000 piedi di quota e l’umidità congela sulla superficie metallica dell’aereo. 

È provato che in certe circostanze questo può anche succedere quasi istantaneamente e questo provoca un attrito aerodinamico notevole ed una conseguente riduzione della velocità. E’ possibile che, con l’aumentare della quota venti più forti abbiano aumentato la deriva e che l’angolo di compensazione (l’angolo che l’aereo deve puntare verso il vento per contrastare l’effetto della deriva) non fosse più sufficiente per tenerli sulla rotta originale. In più, il segnale audio dalla copertura radio di Pisa era forse deviato dalle montagne, ma é molto probabile che questo non fosse molto evidente all’equipaggio. 

Per quanto ne sappiamo, le (poche) stazioni di terra lungo il percorso erano operative, anche se la banda di frequenza del sistema Radio Range in uso a quel tempo era soggetta a disturbi da scariche elettrostatiche e deviazione dovuto al profilo del terreno.