La storia

L’incidente.

Intorno alle ore 4:00 del 1° novembre 1946, il volo di un B-17 Flying Fortress si è concluso improvvisamente e catastroficamente schiantandosi sull’Aiguille des Glaciers, a 3800 metri d’altitudine, all’estremità sud-ovest del massiccio del Monte Bianco, praticamente sulla il confine franco-italiano. 

L’impatto è stato tale che l’aereo si disintegrò completamente, disperdendo parti meccaniche ed i resti dei corpi dei suoi 8 uomini d’equipaggio, su una vasta area su entrambi i lati del confine. L’allora recente B-17 modello G, numero di serie 43-39338, era stato assegnato al USAAF di European Air Transport Service (EATS), 15th Truop Carrier Squadron del 61st Troop Carrier Group, e aveva raggiunto meno di 200 ore di volo. Era decollato dalla base aerea di Capodichino a Napoli (Italia), diretto a Bovingdon, una piccola città vicino a Southampton, in Inghilterra. Per una ragione ancora inspiegata, al momento dello schianto, l’aereo era ad oltre 90 miglia ad est del suo percorso di volo previsto.

Durante la giornata del 1 novembre, con il mancato atterraggio a Bovingdon, una serie di richieste sono state inviate dalle basi lungo il percorso di volo pianificato, ma hanno ricevuto soltanto risposte negative. L’aereo è stato dichiarato “disperso“. 

 

Le prime ricerche.

Il coordinamento della ricerca iniziò immediatamente ma, nonostante gli intensi sforzi internazionali che coinvolsero più di 50 velivoli lungo un raggio di 60 miglia della previsto piano di volo, non rinvenne alcuna traccia del B-17 disperso. La ricerca è terminata formalmente dopo 18 giorni e la scomparsa del velivolo con tutto il suo equipaggio sembrava destinata a diventare un mistero inspiegabile.

Non fu così dal luglio 1947, quando una pattuglia alpino francese s’imbattè per caso sul luogo dell’impatto, individuando frammenti di rottami a circa 3.500 metri, poco sotto la cima del Aiguille des Glaciers, nel massiccio del Monte Bianco, la montagna più alta d’Europa. Nonostante le condizioni di neve profonda e traditrice sono riusciti a recuperare un certo numero di resti umani e documenti. Questi sono stati portati fino alla loro base a Bourg Saint Maurice per esaminarli. I documenti individuano l’aereo come il B-17 disperso. I resti umani, evidentemente quelli dell’equipaggio, sono stati accuratamente conservati per la spedizione alle autorità americane.

A causa delle abbondanti nevicate dell’inverno precedente, solo una piccola parte parte dei detriti sepolti era recuperabile, ma una serie di salite sono state fatte dalle truppe francesi alpino in condizioni sempre più pericolose per recuperare frammenti del velivolo e delle attrezzature, abbigliamento e, in particolare, qualsiasi altro resto umano. In una commovente cerimonia tenutasi a Bourg Saint-Maurice, tutti i resti umani sono stati formalmente consegnati alla custodia dei militari americani. In seguito sono stati sepolti nell’Arlington National Cemetery, cimitero militare in Virginia.

Il rapporto di inchiesta.

L’USAAF Board of Enquiry, è un rapporto d’inchiesta istituito per esaminare tutte le prove riguardanti l’incidente, concentrandosi prevalentemente fortemente sulle condizioni meteorologiche lungo il percorso. Sebbene nel rapporto si faccia cenno di possibili difficoltà di navigazione, non viene chiarito perché il velivolo viaggiava fuori rotta al momento dell’impatto. Il risultato diretto è stato, tuttavia, il divieto di sorvolare le Alpi, se non in condizioni di perfetta visibilità, e un invito per tutti i piloti EATS a partecipare ad una settimana di corso di pianificazione del volo, sottolineando l’aderenza alle procedure autorizzate per il volo in Europa.

 

Il ritiro del ghiacciaio e i resti del B17. 

Incapsulati nel ghiacciaio, i frammenti del B-17 iniziarono una lunga corsa giù per la montagna, per affiorare già nel 1957 come riportato dalla stampa, ma soprattutto iniziando a venire alla luce negli anni 70, non appena il Ghiacciaio Estellette ha iniziato a ritirasi, appena al di sopra del Rifugio Elisabetta Soldini, sul versante italiano del Monte Bianco. Durante gli anni 80, altri resti cominciarono ad emergere dal Glacier des Glaciers, sul versante francese.
Questi primi reperti hanno stimolato la curiosità dei residenti locali e il desiderio di capire meglio cosa era successo quella notte di tempesta nel novembre 1946. Nel corso degli anni, man mano che riaffioravano più reperti, cominciò a formarsi un gruppo di persone legate da questo interesse comune. Ciò a portato alla nascita del Comitato per la Commemorazione dei B-17 dell’Aiguille des Glaciers.